Per Oxfam è chiaro che l’educazione inclusiva è una questione di equità e giustizia sociale nei confronti dei soggetti più vulnerabili che vivono in condizioni sociali, economiche e culturali di povertà e marginalizzazione: minori italiani e stranieri a rischio di dispersione scolastica e fuori dal sistema della formazione e del mondo del lavoro, famiglie in condizioni di fragilità e povertà e più in generale soggetti e fasce di popolazione a rischio di esclusione sociale.
Due i principali filoni d’intervento su cui interveniamo con una pluralità di azioni programmatiche e livelli d’intervento diversificati ma complementari: educazione degli adulti intesa come promozione dell’inclusione e cittadinanza attiva con un’attenzione particolare ai cittadini stranieri e lotta alla dispersione ed abbandono scolastico da intendersi più in generale come lotta alla povertà educativa.
Di qui lo sviluppo di programmi pluriennali, integrati ed organici capaci di incidere sulla qualità ed organizzazione del sistema educativo e formativo sia per quanto riguarda la rimozione delle barriere che ne impedisco l’accesso sia per innalzarne il livello della qualità dei servizi offerti.
L’impegno di Oxfam diviene quindi quello di promuovere presidi educativi duraturi e sostenibili, in grado di incidere significativamente e a lungo sulla condizione di vita delle persone attraverso il rafforzamento delle comunità educanti: le famiglie, la scuola, i singoli, le reti sociali, i soggetti pubblici e privati del territorio tutti responsabilmente coinvolti nel rendere la nostra società più coesa ed inclusiva. In una logica di welfare comunitario Oxfam lavora per costruire un sistema di collaborazioni e condivisioni aperto a soggetti pubblici e privati ma soprattutto, rivolto ai giovani, famiglie, ed ai cittadini pensando a loro non solo come destinatari dei servizi, ma come protagonisti e attori attivi del proprio cambiamento.
Il programma di Oxfam Italia
In piena coerenza con il quarto Obiettivo Globale per lo Sviluppo Sostenibile delle Nazioni Unite, che ambisce a fornire un’educazione equa ed inclusiva ed opportunità di apprendimento per tutti, l’Ufficio Educazione di Oxfam Italia promuove iniziative di sensibilizzazione, progetti ed interventi educativi per l’inclusione delle categorie sociali vulnerabili. Si predilige la metodologia dell’educazione non formale con migranti, rifugiati e richiedenti asilo e quella dell’educazione formale con operatori sociali, insegnanti e formatori. Facciamo un uso estensivo delle tecnologie informatiche e comunicative, e la maggior parte dei nostri progetti prevedono la realizzazione e il supporto di piattaforme online e materiale multimediale.
Oxfam Italia opera anche per la riduzione del fenomeno della dispersione scolastica, una delle cause di esclusione sociale maggiore per i ragazzi in età scolare. La Toscana presenta uno dei tassi di dispersione più alti in Italia (17%), e questo ha portato all’implementazione di progetti ad-hoc che coinvolgono professori, genitori e alunni di licei che, pur nelle loro differenze, vivono situazioni simili in termini di rischio di dispersione. ll mentoring è un dispositivo d’intervento organizzativo e didattico sperimentato da Oxfam Italia per combattere la dispersione scolastica e la povertà educativa nelle scuole secondarie di I e II grado. Obiettivo primario è quello di accompagnare e sostenere i cammini di inserimento ed apprendimento degli alunni a rischio di dispersione ed anche con background migratorio durante alcuni momenti “cruciali” del loro percorso scolastico: il passaggio dalla scuola secondaria di I grado e II grado, il biennio delle superiori quando emergono difficoltà scolastiche, disorientamento, scarsa motivazione a proseguire gli studi con conseguenti abbandoni, bocciature, dispersione e disagio. Proponiamo quindi alle scuole di assumere a sistema il modello del mentoring attraverso un percorso che si articolerà nei seguenti passaggi:
Formazione del team docenti Individuazione, selezione e formazione dei mentors e mentees
Azioni di mentoring tra mentor e mentee supervisionati dal team dei docenti
Attivazione dei laboratori per sostegno allo studio e rinforzo italiano come L2.
Trasversalmente è previsto un lavoro di monitoraggio, supervisione e valutazione di tutto il processo nell’ottica di impostare il lavoro per gli anni successivi.
Il modello d’intervento della didattica inclusiva che proponiamo per il lavoro con le scuole è il frutto dell’esperienza sviluppato nell’ambito dell’insegnamento dell’italiano come L2 nelle classi ad abilità differenziata (CAD) e, in parte, anche dall’esperienza di inclusione per le disabilità e BES svolta negli ultimi decenni. Come Dario Ianes ci ricorda (La speciale normalita’ – Erickson 2006) definisce il concetto di normalità come “uguaglianza di valore, pari valore di ognuno”. Il rischio reale, per citare Ianes, è “non riconoscere la specificità dei bisogni e quindi non dare risposte adatte”. Il punto di vista che adottiamo per il lavoro in classe è quello della CAD (classi ad abilità differenziate) perché riconosciamo che dentro la classe si ritrovano personalità e intelligenze diverse, attitudini, motivazioni allo studio, sviluppi cognitivi non omogenei, stili di apprendimento e cognitivi personali e unici. Una CAD è un sistema aperto in cui la “DIFFERENZA” su più livelli è la chiave per la gestione efficace dell’apprendimento. Nel 2004 il gruppo di lavoro CAD all’interno del laboratorio ITALS del Dipartimento di Scienze del linguaggio di Ca’ Foscari di Venezia si è focalizzato non solo sulle strategie per facilitare l’apprendimento dell’italiano da parte di studenti migranti ma soprattutto e in particolare, rispetto alla comprensione linguistica e alla metodologia d’ insegnamento. La possibilità di accesso al sapere di tutti gli studenti, si è visto, è strettamente legata alla comprensione linguistica e alla metodologia di insegnamento adottata. Il gruppo ha elaborato un modello di Unita’ didattica stratificata (UDS) che valorizzasse tutti gli studenti abbandonando il concetto di “migliore della classe” per arrivare ad una comunità-classe in cui le persone si riconoscano e riconoscano serenamente punti di forza e debolezza e che, grazie alla cooperazione, riescano a crescere insieme non solo dal punto di vista linguistico-didattico-cognitivo ma anche da quello relazionale ed emotivo sviluppando quell’atteggiamento che Fabio Caon definisce “interesse corresponsabilizzante” Caon (Insegnare italiano nella classe ad abilita’ differenziate– Guerra 2006) evidenzia come l’insegnante possa impiegare numerosi strumenti per rispondere alle differenze individuali in termini di stili cognitivi, canali sensoriali, intelligenze e background linguistico, socio-culturale e educativo.
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